Festa delle Repubblica – 2 Giugno 2025
Data:
2 Giugno 2025

In occasione della festa della Repubblica, l’Archivio di Stato di Potenza propone una mostra documentaria digitale che vuole raccontare il contesto in cui la popolazione italiana, e in particolare quella della Basilicata, si trovava all’alba della votazione del referendum del 2 giugno 1946.
I documenti sono estratti dal Fondo della Prefettura di Potenza, Ufficio di Gabinetto. Le carte di natura politica e amministrativa ben rappresentano il clima che animava la popolazione lucana e i processi attivati che portarono all’istituzione della Repubblica.
Verso la Repubblica!
Le elezioni amministrative del marzo 1946 e l’epurazione dei fascisti nella Provincia di Potenza
Nel marzo del 1946, pochi mesi prima del referendum istituzionale, si tennero in Italia le prime elezioni amministrative libere dopo il ventennio fascista. Anche nella provincia di Potenza, questo appuntamento segnò un momento di profonda discontinuità con il passato: per la prima volta i cittadini poterono eleggere democraticamente i sindaci e i consigli comunali, dopo anni di nomine prefettizie e commissariamenti imposti dal regime.
Le operazioni elettorali si svolsero in un clima complesso, segnato da difficoltà materiali, tensioni sociali e profonde fratture politiche. In molte località della provincia, la partecipazione popolare fu molto alta, segno della forte volontà di contribuire alla ricostruzione democratica. I partiti antifascisti – in particolare la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista e l’Unione Democratica Nazionale – si presentarono in quasi tutti i comuni, dando vita a campagne elettorali intense, spesso condizionate dalle situazioni economiche e sociali precarie del dopoguerra.
In mostra sono presenti due telegrammi indirizzati alla Prefettura di Potenza, rispettivamente inviati dai sindaci neoeletti nei comuni di Trecchina e Anzi durante le amministrative del marzo 1946.
Parallelamente, tra il 1944 e il 1946, fu avviato in tutta Italia il processo di epurazione dei funzionari compromessi con il regime fascista. Anche in Basilicata, e in particolare nella provincia di Potenza, le Commissioni di Epurazione operarono per rimuovere dai pubblici uffici coloro che avevano ricoperto cariche di responsabilità durante il ventennio: podestà, segretari comunali, insegnanti, membri della Milizia fascista o di organizzazioni collaterali.
Molti di loro furono condannati a perdere il diritto di eleggere e di essere eletti.
È il caso di L. G., il cui ricorso venne respinto dalla Commissione Centrale per le sanzioni elettorali, in quanto ritenuto colpevole «per aver organizzato squadre fasciste e aver compiuto atti di violenza di ogni genere nel 1922 e successivamente».
I documenti dell’Ufficio di Gabinetto della Prefettura di Potenza testimoniano così l’intensità e la complessità di questo processo: elenchi di epurandi, verbali di audizioni, decreti di sospensione o reintegro. In diversi casi, i provvedimenti furono contestati o revocati, sia per mancanza di prove sia per pressioni politiche locali.
Rappresentativo in tal senso, il verbale che respinge il ricorso presentato da L. C., imputato di «essere stato il fondatore del fascio di Brindisi di Montagna. Dominò politicamente il Comune avvalendosi in ispecie della sua carica di podestà… perseguitò parecchi compaesani».
Questo periodo rappresenta un momento cruciale per la nascita della democrazia locale: la sostituzione dei podestà nominati dal regime con sindaci eletti dal popolo fu non solo un atto formale, ma un vero e proprio passaggio di sovranità.
Attraverso le fonti d’archivio presenti in questa mostra digitale si intende ripercorrere questo delicato momento di transizione, in cui la popolazione cominciò a riappropriarsi delle sue istituzioni e della propria voce democratica.
Il Referendum del 2 giugno 1946: la scelta tra Monarchia e Repubblica nei documenti della Prefettura di Potenza
Il 2 giugno 1946, l’Italia fu chiamata a una scelta epocale: Monarchia o Repubblica. Uomini e donne – le donne per la prima volta come elettrici – votarono in un referendum istituzionale per decidere la forma dello Stato all’indomani della caduta del fascismo e della fine della Seconda guerra mondiale.
In questa cruciale tornata elettorale, il popolo italiano decise di porre fine alla monarchia dei Savoia, optando per la Repubblica. Il referendum fu accompagnato anche dall’elezione dell’Assemblea Costituente, che avrebbe avuto il compito di redigere la nuova Costituzione repubblicana.
In Basilicata, e in particolare nella provincia di Potenza, il voto fu segnato da un forte radicamento monarchico, in linea con molte altre aree del Sud Italia. I documenti conservati presso l’Ufficio di Gabinetto della Prefettura di Potenza – tra cui circolari ministeriali, rapporti delle forze dell’ordine, note riservate e verbali – offrono uno spaccato prezioso di quel momento storico, testimoniando non solo le operazioni logistiche e di sicurezza legate al voto, ma anche il clima politico e sociale che si respirava nella provincia.
Attraverso le carte selezionate dal Fondo della Prefettura, Ufficio di Gabinetto, si vuole ricostruire il lavoro delle istituzioni locali nell’organizzazione del referendum, le reazioni della popolazione, le comunicazioni con il Ministero dell’Interno, nonché l’impatto che la scelta repubblicana ebbe sulla vita civile e politica del territorio. Tra i documenti conservati nell’Archivio di Stato di Potenza, ve ne sono molti che permettono di rileggere il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica non solo come un evento nazionale, ma anche come un momento vissuto intensamente a livello locale, tra tensioni, speranze e profonde trasformazioni.
Di particolare rilievo sono i documenti che testimoniano il contesto storico del referendum del 1946, la scelta tra monarchia e repubblica, la nascita dell’Assemblea Costituente e il ruolo della Basilicata in questo momento cruciale della storia italiana.
Tra questi: la scheda elettorale del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, con i simboli della Repubblica e della Monarchia; la circolare del Ministero dell’Interno indirizzata alla Prefettura di Potenza con le istruzioni per il conteggio e l’invio dei dati elettorali; la circolare con le indicazioni per la trasmissione dei risultati elettorali; il telegramma del Ministero dell’Interno indirizzato alla Prefettura di Potenza e rivolto ai dipendenti che disciplina la convocazione dei comizi elettorali, con la raccomandazione di rispettare e far rispettare l’esito del Referendum e le decisioni della futura Assemblea Costituente, di non limitare la libertà di opinione o di voto dei dipendenti pubblici.
Si prosegue con il carteggio che racconta il percorso verso la democrazia e la rappresentanza nella Costituente: Trasmissione inviata dalla Prefettura di Potenza al Servizio elettorale del Ministero dell’Interno, che elenca le liste dei candidati per la costituente, con indicazione dei partiti di appartenenza e dei capilista; comunicazione della Camera dei Deputati alla Prefettura di Potenza che determina l’organizzazione della sistemazione alloggiativa dei costituenti non residenti in Roma per la prima seduta dell’Assemblea.
La mostra si chiude con i risultati del referendum istituzionale e dell’elezione dell’Assemblea costituente nei collegi di Potenza e Matera inviati dalla Prefettura di Potenza all’Ufficio di Napoli dell’Ispettorato Generale del Ministero dell’Interno di Napoli, che hanno contribuito alla nascita della Repubblica.
Ultimo aggiornamento
6 Giugno 2025, 11:43